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  • Francesca Sanesi

La Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile: nella Cittadella delle imprese il punto sul mode


Zamagni: “Non un’azione pubblica, né individuale, ma un’azione comune e necessariamente cooperativa”

Quando Stefano Zamagni parla di sussidiarietà circolare come modello di governance per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ecco che le cose riguardo Agenda 2030 diventano più chiare. Sappiamo cosa ma non sappiamo come, qui sta il punto.

Abbiamo ospitato Zamagni sabato 3 febbraio nella Cittadella delle imprese nell’ambito del primo dei Focus 2018 di “Taranto BES City” organizzato insieme a Politecnico di Bari e Centro di cultura per lo sviluppo “G. Lazzati”, con la partecipazione di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

L’approvazione, il 22 dicembre 2017, della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) è un passo avanti importante per il nostro Paese ma molto, moltissimo c’è ancora da fare in termini di implementazione e, soprattutto, di declinazione delle azioni concrete.

Non manca di sottolinearlo ASviS che nasce nel 2016 proprio per mobilitare la società, le forze economiche e le Istituzioni sui temi di Agenda 2030 e che oggi conta oltre 180 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile. Ce ne parla, in collegamento con la nostra Sala Resta, Donato Speroni, che dell’Alleanza è responsabile della redazione, portandoci il saluto di Enrico Giovannini. Ci racconta le tantissime attività condotte, fra le quali il Festival dello Sviluppo Sostenibile, che si ripeterà anche nel 2018, le risultanze del Rapporto 2017 e i dieci punti contenuti nell’appello “L’impegno delle forze politiche per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile”.

Taranto non è diversa da altre aree del Paese dove le cose non vanno meglio - dice Zamagni. Però ha una specificità: qui c’è la dimostrazione che quando i problemi non si risolvono non dipende dalle risorse o dalla mancata comprensione dei problemi stessi, ma dall’incapacità di trovare un modello di governance che metta in interazione Enti pubblici, business community e società civile. L’interazione fra questi tre vertici del triangolo magico può essere il modo di affrontare anche i problemi di Taranto”. Allora il cuore dell’intervento dell'economista: "perché la sussidiarietà circolare è il modello di governance che bisogna adottare per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile"?

La risposta sta in due elementi: il primo è la conoscenza tacita, quella che si può trasmettere solo per relazione personale e non c'è tecnologia che tenga. Bisogna mobilizzare la conoscenza tacita, perché quella codificata è già accessibile. In una parola, le relazioni. Il secondo è che la Strategia nazionale è tecnicamente un'azione comune che si differenzia sia da quella pubblica, sia da quella individuale. Per essere portata a termine serve un atteggiamento di tipo cooperativo. Serve il coordinamento strategico.

Insomma, per Zamagni questo modello si può tradurre in pratica. Non si dica il contrario. Il presupposto è che ente pubblico (che deve lavorare per il bene comune), imprese (civili, lungimiranti e attente alla propria comunità di riferimento) e società civile (Enti di Terzo Settore capaci di innovare), ognuno dei tre vertici, appunto, svolga il suo ruolo, recuperi il fondamento della propria azione e riprenda in mano il destino del territorio.

Concetti che spesso rimarca il Presidente della Camera di commercio, Luigi Sportelli: “Noi abbiamo un’idea che portiamo avanti con forza: quella della BES City come città equa, inclusiva e resiliente, dove tutte le componenti (sociali, istituzionali ed economiche) sono pronte a esercitare il proprio ruolo in sinergia e, ove necessario, in forma sussidiaria”. Le basi fondanti della città del Benessere Equo e Sostenibile, resiliente e inclusiva, appunto, non semplicemente smart.

E lo sottolinea anche il vice Presidente Vicario, Vincenzo Cesareo aprendo i lavori: “L’evento di oggi segue di pochi giorni la decisione del Tavolo istituzionale permanente per Taranto di costituire (proprio su sollecitazione dell’Ente camerale) un gruppo di lavoro che si occupi di misurare l’impatto degli interventi del Contratto istituzionale di sviluppo attraverso gli indicatori del BES. Taranto si presenta, dunque, come luogo di sperimentazione per un nuovo approccio alla costruzione ed alla misurazione degli esiti delle policy pubbliche. Possiamo affermare di aver portato un contributo costante e significativo a questo risultato operativo”.

Lucide le considerazioni del Prorettore delegato alla ricerca e al trasferimento tecnologico del Politecnico di Bari, Vito Albino: “bisogna rapportare gli obiettivi internazionali e nazionali con quelli locali, con le città, le persone, le culture e gestire gli obiettivi facendone azioni coerenti con i territori dove devono essere applicati”. E il discorso ritorna a Taranto, al nostro territorio, al partenariato. “Delle 5 P della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (le 5 aree di intervento: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership) la più complicata è la Partnership – dice Zamagni. “Sappiamo cosa fare, ma non come, la governance è fondamentale”.

Le conclusioni sono di Domenico Amalfitano, Presidente del Centro di Cultura: “della visione di Zamagni siamo allievi. Ora dobbiamo lavorare sul processo generativo che abbiamo già avviato con la partnership con la Camera di commercio di Taranto e con il Politecnico di Bari".

Zamagni saluta citando il poeta indiano Rabindranath Tagore: “Non piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle”. Ed è un bell’invito a rimboccarsi le maniche e a guardare avanti. Ora è il momento di accelerare e di definire azioni precise ed un impegno chiaro prioritariamente a livello politico, senza dimenticare che nessuna strategia potrà essere efficace se ciascuno di noi (imprenditori, cittadini, amministratori pubblici) non assumerà la responsabilità di operare individualmente e collettivamente a favore del bene comune.

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