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  • Francesca Sanesi

HLPF on sustainable development 2018: focus su statistiche di qualità e dimensione territoriale


Se si è interessati allo sviluppo sostenibile vale davvero la pena di seguire ciò che accade a livello internazionale, conoscere le novità, gli orientamenti degli altri Paesi, le esperienze, ascoltare esperti, decisori, operatori, leggere i dati, aggiornarsi. Del resto, diceva Bacone, "l'uomo tanto può quanto sa". E', quindi, utile ampliare la nostra prospettiva e comprendere pure che parliamo di un traguardo che si può raggiungere solo collettivamente.

Un’occasione per farlo è l’High Level Political Forum on sustainable development, la principale piattaforma delle Nazioni Unite sul tema. L’edizione 2018 è intitolata "Transformation towards sustainable and resilient societies" e si sta svolgendo in questi giorni – è iniziata il 9 e terminerà il 18 luglio - a New York presso l’ONU sotto l’egida di ECOSOC.

Le informazioni sono facilmente reperibili.

Qui, ad esempio, è disponibile un gran numero di fonti per i media: https://sustainabledevelopment.un.org/hlpf/2018

Quest’anno l’HLPF verificherà i progressi riguardanti gli obiettivi 6,7, 11, 12, 15 e 17 di Agenda 2030, adottata, come noto, il 25 settembre 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, insieme a 17 goal (SDGs) e 169 target correlati agli obiettivi.

Qui sono disponibili le background note: https://sustainabledevelopment.un.org/hlpf/2018

47 Paesi, inoltre, presenteranno la revisione delle strategie nazionali relative al perseguimento dei goal di sviluppo sostenibile. Si tratta di un momento importante, fortemente incoraggiato da Agenda 2030, anche per condividere esperienze, comprendere successi e insuccessi e, soprattutto, per accelerare verso il raggiungimento delle finalità comuni agli Stati Membri. L’Italia ha proceduto alla Voluntary Review nel luglio 2017, anno in cui ha altresì adottato una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.

Una questione di particolare interesse è quella relativa all’importanza dei dati e delle statistiche di qualità, in modo che siano dotati del grado di accuratezza, tempestività e disaggregazione necessario a dare attuazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile, raggiungendo anche quelli per i quali maggiore è il ritardo. “Garantire che l'impegno di non lasciare nessuno indietro si traduca in azioni efficaci richiede una comprensione accurata delle popolazioni target, dei loro bisogni, delle circostanze e dei loro ruoli nello sviluppo. Tuttavia, il livello di disaggregazione necessario per affrontare tutti i gruppi vulnerabili (...) è scarso. Pochi o nessuno degli attuali indicatori SDG, ad esempio, sono in grado di far luce sulle particolari situazioni di migranti, rifugiati, anziani, persone con disabilità, minoranze e popolazioni indigene” si legge in una delle note della sessione di apertura del Forum.

La rivoluzione dei dati - prosegue la nota - è un fattore importante per aiutare a soddisfare questa nuova domanda. L'ambito dello sviluppo statistico tradizionale è stato ampliato per favorire la collaborazione e le sinergie tra le diverse comunità di dati e le parti interessate allo sviluppo concentrandosi sui dati, richiedendo e offrendo di più e migliori dati stessi e aprendo nuovi campi di applicazioni. Sono necessari sforzi per portare innovazioni e sinergie tra gli ecosistemi di dati e costruire partnership tra i diversi soggetti interessati”.

In tal senso appare decisamente significativo l’approccio del nostro Sistema statistico nazionale. Istat presenta fin dal 2013 il Rapporto sul BES - Benessere equo e sostenibile (con la novità, in questo mese di luglio 2018, dell’aggiornamento semestrale).

Insieme all’edizione BES 2016 è iniziata la diffusione di un primo sottoinsieme di indicatori sullo sviluppo sostenibile (SDGs), parte della più ampia lista approvata dalle Nazioni Unite nell’ambito di Agenda 2030. L’Istat è, infatti, impegnato nella produzione di misure statistiche finalizzate al monitoraggio dei progressi verso gli SDGs, sia sulla base degli indicatori definiti dall’Inter Agency Expert Group dell’ONU, sia di quelli nazionali, anche derivanti dal BES. Grazie a questo, dal 2016 è disponibile anche per l’Italia la piattaforma informativa per gli indicatori SDGs, aggiornata semestralmente. Nel 2018 l’Istat ha prodotto il primo Rapporto sugli SDGs.

Questa visione, che parte da dati sempre più accurati e declinati a livello territoriale, in modo che gli obiettivi di sviluppo sostenibile siano correlati alle specificità locali e fortemente integrati nella progettazione e nel monitoraggio delle politiche necessarie a raggiungerli, ha ispirato e continua a muovere l’azione della Camera di commercio di Taranto tanto sul Benessere Equo e Sostenibile, quanto sul perseguimento dei goal di Agenda 2030, con particolare interesse agli obiettivi 11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili” e 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”.

Dal 16 luglio HLPF prosegue con il Forum dei governi locali e regionali, organizzato con UNDESA, UN-Habitat e Global Task Forces of local and regional governments, in collaborazione con Local2030. La dimensione locale è, difatti, essenziale e le discussioni del Forum intendono dimostrare proprio l’importanza dell’ottica urbana e territoriale nell’accelerare l’implementazione del 17 SDGs.

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