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  • Francesca Sanesi

Il Cassetto digitale dell’imprenditore: quando (finalmente) burocrazia fa rima con semplicità


Ci sono strumenti e gesti che fanno ormai parte della nostra quotidianità. Usiamo lo smartphone per diverse necessità, per chattare, postare, lavorare, comprare. Ci siamo abituati a ottenere ciò che vogliamo con un tap sullo schermo. E questo dovrebbe essere anche il modo di interfacciarsi con la Pubblica Amministrazione: mi identifico, tocco lo schermo e ottengo quello che mi serve, quello che è naturalmente mio, i miei dati.

La semplicità di questa connessione è la filosofia del Cassetto digitale: da qualunque dispositivo, vado su impresa.italia.it, entro con SPID (o anche con CNS da desktop) e, come titolare o legale rappresentante della mia impresa, ho accesso a informazioni che, fino a poco tempo fa, ottenevo dopo telefonate, spostamenti, attese. Sembra incredibile ma è, invece, talmente vero che a pochi mesi dal lancio, circa 1.300 imprese italiane hanno già visualizzato oltre 3.000 documenti, senza costi e con immediatezza.

Oggi, in Camera di commercio di Taranto, abbiamo presentato questo straordinario strumento a disposizione delle aziende (solo nell’area tarantina circa 60.000 potenziali fruitori), insieme ad Infocamere, la società delle Camere di commercio italiane che lo ha realizzato.

Il Presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli, ha inquadrato lo scenario attuale: un impegno eccezionale del Sistema camerale per la digitalizzazione del Paese e per la semplificazione amministrativa. Dalla prossima attivazione della Camera come PID – Punto Impresa Digitale nel network di Impresa 4.0, al supporto del piano per la diffusione della banda ultralarga con il progetto Ultranet, dai molti servizi digitali a SUAP camerale fino al Cassetto digitale, un quadro complesso di azioni che concorrono ad accompagnare le imprese nel futuro digitale.

Tutto questo significa interoperabilità e standardizzazione – ha commentato Sportelli. Significa contribuire ad abbattere il gap di competitività di cui troppo spesso ancora soffre il nostro territorio. Significa accelerare la crescita digitale del nostro sistema economico e sociale, assicurando alle nostre imprese di poter operare con le medesime condizioni delle aree più avanzate, con positivi effetti anche di natura occupazionale”.

Insomma, l’attuazione di una vera e propria democrazia economica, come la definisce Paolo Ghezzi, direttore generale di Infocamere, che ha mostrato al pubblico le funzionalità del Cassetto digitale utilizzando il proprio Ipad.

Sorprende la rapidità di utilizzo, la quantità di informazioni rese accessibili in modo facile, talmente facile che non si può più tornare indietro. Se io posso addirittura monitorare dal mio dispositivo, da casa, dall’ufficio, dal ristorante, di notte e di giorno, lo stato delle mie pratiche al Registro delle imprese o presso il SUAP, come potrò adattarmi ad un livello di servizio inferiore? È un effetto domino: pretenderò procedure telematiche e digitali come minimo sindacale da tutte le Pubbliche Amministrazioni con le quali interagisco, da imprenditore e cittadino.

Il senso dell’impegno camerale è anche questo: non funzioni sussidiarie, ma abilitanti anche per altre PA.

Lo chiarisce l’Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Taranto, Valentina Tilgher (il Comune capoluogo ha recentemente attivato la convenzione SUAP con la Camera di commercio di Taranto): “Il nostro ruolo è quello di consentire agli imprenditori di fare gli imprenditori e di semplificare al massimo tutto quanto impedisce loro di occuparsi pienamente e quasi esclusivamente dell’attività d’impresa”.

E lo ribadisce il Segretario generale f.f. dell’Ente camerale, Claudia Sanesi: “Vogliamo arrivare ad azzerare la tassa occulta che grava sulle imprese: la burocrazia fatta di tempi lunghi, di costi insostenibili, di impossibilità di accedere ai propri dati e di verificare che la Pubblica Amministrazione stia facendo quello che deve con le tempistiche corrette”.

Stiamo restituendo alle imprese, in forma di servizi necessari, il tributo che ci versano annualmente - chiude Sportelli -, attraverso una moltiplicazione esponenziale di quel valore, in modo da realizzare appieno la nostra missione di organismo pubblico intermedio cioè diventare interpreti e fautori di quella burocrazia buona che può migliorare la vita dei nostri imprenditori”.

P.S.: se non avete SPID, venite a richiederlo gratuitamente in Camera di commercio.

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