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  • Francesca Sanesi

Giornata dell’economia: in Camera di commercio i dati e l’invito ad una prospettiva nuova


Giornata dell’economia, XIV anno! Molto tempo è trascorso da quel lontano 2003, quando nel Sistema camerale italiano si decise che, ogni anno, tutte le Camere di commercio italiane avrebbero rilasciato un rapporto strutturale sull’economia territoriale.

Era un’altra economia, però. Dopo il 2008, molto è cambiato. E noi siamo sempre qui a raccogliere dati, analizzarli, renderli disponibili ed intelligibili, utili per capire e per decidere. Per questa edizione, ancora un Report agile, scaricabile qui e sul sito istituzionale www.camcomtaranto.gov.it e che a breve sarà corredato dall’intero set di dati. Un Report di elaborazione non semplice: non semplice leggere segnali apparentemente contrastanti, che a prima vista sembrano non corrispondere al sentiment, al polso della situazione che le Camere hanno dell’economia locale. Non semplice trovare il filo rosso. Ma ci abbiamo ragionato su e ne sono uscite delle indicazioni. Perché se non se ne impara nulla, la statistica serve a ben poco. Vediamo.

Il Report: il quadro strutturale e produttivo (la creazione della ricchezza, la demografia imprenditoriale, le nuove frontiere, le criticità, l’economia della cultura, l’apertura del territorio, export e turismo, il credito, la finanza locale); l’attrattività della provincia (l’andamento demografico, alcune misure del benessere, il mercato del lavoro); i focus (il #BES, l’aeroporto, il dissesto, il Tavolo istituzionale permanente e il Contratto di sviluppo, l’Accordo di programma). L’introduzione del Presidente per cercare il tessuto connettivo dei numeri.

C’è qualcosa che non torna” dice Luigi Sportelli, bisogna guardarli bene questi dati per comprendere il motivo per il quale il valore aggiunto riprende a crescere, il numero delle imprese non cambia ma questo territorio non sta bene, invecchia, aumentano i disoccupati, c’è poca innovazione e le vocazioni di cui tutti parlano – cultura, creatività, turismo, restano più ambizioni che realtà produttive. Bisogna contestualizzarli, collegarli ad un ambiente istituzionale nel quale il dialogo stenta ad affermarsi e non si riesce a costruire una vision condivisa, a fare un piano a lungo termine per Taranto.

Allora, qual è l’invito della Camera di commercio di Taranto, una Istituzione pubblica che ha come mission quella della promozione e dello sviluppo del proprio territorio? È quello di guardare l’economia mainstream attraverso il prisma sfaccettato dell’economia civile. Portare le persone al centro, restituire valore alla reciprocità, al bene comune. Guardare attraverso il berillo (come lo definisce Stefano Zamagni) “che ci consente una visione sfaccettata e differente dell’economia tradizionale, quella che ormai solo parzialmente risponde tanto ai bisogni delle persone, quanto a quelli delle imprese profit. Perché la sostenibilità, la responsabilità sociale, l’inclusività non possono più essere irruzioni accessorie e volontaristiche nell’attività delle imprese più attente. (…) vedremo un modello, forse più modelli, che spero ispireranno un cambiamento di atteggiamento, soprattutto a livello istituzionale: scrivere finalmente policy di sviluppo condivise, non orientate dall’esterno né informate alle logiche obsolete che perpetuano la condizione di soggezione ed emarginazione del nostro territorio, ma invece ai valori di un mercato equo e rispettoso del benessere delle persone”.

Una bella sfida. Partiamo dalla lettura dei dati, ascoltiamo il territorio, decidiamo.

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